I bambini super intelligenti
esistono. Geniali e precoci, dimostrano un’incredibile abilità nel fare
qualcosa: musica, danza, matematica... E non sono poi così rari. Ma come
si riconoscono?
Cosa pensare se il proprio bambino parla a 7 mesi, a due anni stravede
per numeri e lettere, a quattro legge o magari suona il pianoforte?
Beh, che si è di fronte a un bambino geniale. E poiché, secondo gli
esperti, in questa categoria rientrano il 5-8 per cento degli studenti,
le probabilità che anche il proprio figlio abbia una marcia in più non
sono poi così remote.
Si tratta a tutti gli effetti di un dono - tanto che i bambini superintelligenti sono anche chiamati gifted - che spetta ai genitori e alla scuola coltivare nel modo giusto.
La loro particolarità è legata soprattutto alle abilità intellettive.
Sono infatti dotati di una mente agile e ricettiva, in grado di
apprendere a un ritmo molto più veloce rispetto ai compagni di classe.
Proprio per questo a volte i bambini plusdotati fanno fatica ad
adattarsi ai tempi scolastici tradizionali perché vorrebbero avere la
possibilità di approfondire le materie o dedicarsi ad altri argomenti.
Dopo che hanno imparato qualcosa, infatti, hanno bisogno di avere altro
da fare e non amano ripetere gli stessi concetti più e più volte.
Non sempre questi studenti sono i più bravi della classe, per svariati
motivi: interessi diversi, esperienze negative. O più semplicemente
potrebbero essere annoiati e demotivati perché non trovano nella scuola
le risposte alla propria sete di conoscenza e ai loro ritmi di
apprendimento. L'origine delle loro difficoltà potrebbe essere anche di
natura caratteriale. A livello emotivo, gli studenti plusdotati hanno le
stesse esigenze dei coetanei così come gli stessi problemi: ciò che
varia è l’intensità della percezione delle situazioni o degli eventi
della vita. In caso di difficoltà, questa ipersensibilità può portare a
situazioni di chiusura, rifiuto o devianza, con conseguenti problemi
anche gravi di adattamento sociale.